LA VIA PERDUTA DEGLI AQUILOTTI DI PIETRACAMELA
A volte fa bene uscire dalla normalità, provare a separarsi un pochino dalla massa, cercare posti poco frequentati, vie quasi mai ripetute (non necessariamente impegnative) dove ci sei solo tu, il/la socio/a e qualche camoscio.
Sta volta cercavo proprio questo, l’isolamento, l’ambiente, la via dimenticata e un pochino di avventura.
Mentre siamo in autostrada, per arrivare a Prati di Tivo, propongo a Giulia di andare a ripetere la via “Aquilotti 85” sulla Terza Spalla, lei accetta di buon grado (e io sono molto contento, perché so che con lei potrei andare ovunque senza problemi) ma subito mi chiede << Aquilotti 85?… o dove sta? Io non l’ho mai neanche sentita nominare!>>
In realtà neanche io l’ho mai sentita nominare (è una di quelle vie cadute nel dimenticatoio perchè nel 1990 ci fu un crollo che coinvolse gran parte del secondo tiro della via) però mi entusiasmava l’idea di andare a vedere se, nonostante tutto, si poteva ridare vita a questa via.
Credo che dal crollo non sia stata mai più ripetuta, non sono riuscito a reperire nessuna notizia su internet, e a chiunque chiedessi la risposta era questa <<Aquilotti 85? … forse intendi 75, ma quella sta sulla Seconda Spalla, non sulla Terza! >>. L’unica informazione che sono riuscito a trovare è scritta sulla guida TC del Gran Sasso a pagina 323 dove, parlando del secondo tiro, è scritto <<il tiro descritto, compromesso dalla frana, forse può essere evitato salendo più a destra).
Comunque arriviamo al solito ristorante ad Intermesoli, ci rifocilliamo, ci spostiamo verso il piazzale dei Prati e dormiamo nel mio furgone, passando una notte pessima perché ho lasciato il sacco a pelo a Roma e quindi mi sono dovuto riempire di vestiti per non soffrire troppo il freddo della notte.
Al mattino, dopo la colazione, prendiamo la funivia, prendiamo il sentiero ventricini e ci buttiamo giù per il Vallone dell’Inferno, che lasciamo più o meno a metà sulla sinistra, per portarci verso la base della parete Ovest e la via che abbiamo scelto.
L’attacco è facile da trovare, è all’estrema destra della parete, nel suo punto piu basso appena a sinistra dello spigolo oltre il quale si trova il canale Mallucci.
Si sale per roccia friabile per 40 m circa, per poi piegare a sinistra per altri 20 m, spostandosi sotto la verticale del grande dietro sovrastante (60m, IV, sosta con 2 chiodi).
Da qui si traversa un paio di metri a destra e si prende una larga fessura che porta sotto lo strapiombo a destra del diedro, la si percorre fin quando non si raggiunge un blocco di roccia friabile che permette di traversare nettamente a sinistra ed entrare nel diedro, che si percorre fino a 5m dalla sua fine, dove diventa strapiombante, e si traversa di nuovo a sinistra in placca per ¾ metri fino ad incontrare un chiodo, da qui si sale dritti fin sotto la cengia erbosa (60m, V+, sosta da comporre).
Salire sulla cengia piegando un po’ a destra e raggiungere una sosta a 2 chiodi con cordone (10m, II).
Continuare nel diedro sovrastante fin dove diventa strapiombante, evitando lo strapiombo passando sulla destra; non prendere la rampa sulla sinistra (40m, V, un chiodo in sosta da integrare).
Da qui continuare dritti per una ostica fessura che poi porta ad un’altra cengia erbosa dove si sosta (40m, VI, sosta da comporre).
Non continuare per la cengia, ma salire subito in placca puntando alla sinistra di due grandi massi fino a raggiungere scavalcare il filo di cresta, (30m, V, sosta da comporre).
Traversare a sinistra su placca appena sotto una strapiombo per per poi salire un una fessura che in 3 metri conduce fuori dalla via (30m, IV/V, sosta da comporre).
Da qui continuare in cresta fino a raggiungere la ferrata Ventricini e la base della Seconda Spalla e quindi il sentiero fino agli impianti di Prati di Tivo.